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BILL GATES, LA PANDEMIA

BILL GATES

LA PANDEMIA

Non solo pandemie: le due più grandi minacce post-Covid, secondo Bill Gates

Non solo nuovi virus che potrebbero trasformarsi in pandemie anche più letali del Coronavirus. Secondo il creatore di Microsoft sono due le minacce che potrebbero colpirci

Più che una previsione, è una quasi certezza: il Covid non sarà l’unica pandemia che ci lasceremo alle spalle nei prossimi anni, perché secondo gli esperti ne arriveranno altre.

Quali possibili pandemie

La maggior parte delle malattie di cui gli esperti si preoccupano hanno origine negli animali. Infatti, il 75% delle nuove malattie emergenti sono zoonotiche. Esattamente come il Covid-19, che si pensa abbia avuto origine nei pangolini venduti negli ormai famosi wet market cinesi.

Ma proprio come il Covid, le malattie zoonotiche stanno diventando più rischiose per l’uomo a causa delle nostre stesse azioni. Gli esperti non hanno dubbi: il nostro effetto sul clima, l’invasione degli habitat della fauna selvatica e i viaggi globali hanno contribuito a far circolare le malattie di origine animale. In combinazione con l’urbanizzazione, la sovrappopolazione e il commercio globale, abbiamo creato uno scenario ideale per altre pandemie in arrivo.

Ci sono alcune malattie che nei prossimi anni più probabilmente potrebbero causare la prossima pandemia, eccole:

  • pipistrelli in Asia: il virus Nipah ad essi collegato è una delle prime 10 malattie prioritarie dell’Organizzazione mondiale della sanità che ritiene possa causare una pandemia
  • zanzare nel Nord America: ogni anno, le malattie trasmesse dalle zanzare uccidono quasi 1 milione di persone e ne infettano circa 700 milioni, quasi una persona su 10 in tutto il mondo
  • cammelli in Africa: i cammelli, da cui dipendono milioni di persone in Africa e in Medio Oriente per latte e carne, diffondono il Mers, Coronavirus molto più letale del Covid-19
  • maiali in Europa: l’epidemia di H1N1 del 2009, o influenza suina, potrebbe aver stimolato le riforme degli allevamenti intensivi in ​​tutto il mondo e tornare in maniera violenta
  • scimmie nel Sudamerica: sebbene esista un vaccino contro la febbre gialla, portata dalle scimmie, la malattia infetta circa 200mila persone e ne uccide 30mila ogni anno, più degli attacchi terroristici e degli incidenti aerei messi insieme.

Il fondatore di Microsoft, multi-miliardario e filantropo Bill Gates ritiene che il mondo non sia pronto per la prossima pandemia, che potrebbe essere persino dieci volte peggiore di quella di Covid. “Non siamo pronti per la prossima pandemia. Spero che tra due anni la situazione sarà diversa. Vaccini, test, medicinali, epidemiologia, monitoraggio: ci sono molte cose che si possono fare”, ha detto qualche tempo fa in un’intervista al giornale tedesco Suddeutsche Zeitung.

Quando finirà la pandemia Covid

Il Coronavirus è diventato parte della vita quotidiana come i terremoti, i tornado o i cambiamenti climatici. “Il compito dei governi è proteggere i cittadini da questi eventi. Già durante questa pandemia, ci sarebbe stata una grande differenza se la preparazione fosse stata migliore”, chiosa.

Mentre crescono le allerte in tutto il mondo e sale l’attenzione dei governi verso programmi di prevenzione e piani pandemici (proprio quello che è mancato in Italia quando a marzo 2020 siamo stati travolti dal Coronavirus), è al momento ancora impossibile definire un ordine temporale in cui la pandemia sarà davvero finita.

Sono state tante le previsioni in questi mesi, più o meno nere, ma molto dipenderà dai vaccini: dalla velocità di somministrazione, da un lato, e dalla loro reale efficacia nel tempo, e contro le varianti che tanto spaventano gli esperti, dall’altra.

Bill Gates è stato uno dei primi a “predire” la pandemia, nel 2015. Nel celebre discorso di Ted “The Next Outbreak?” (La prossima epidemia) pronunciato nel 2015 aveva avvertito che un microbo e non una guerra avrebbe più probabilmente ucciso milioni di persone in tutto il pianeta nei 10 anni successivi. “Se qualcosa ucciderà oltre 10 milioni di persone nei prossimi decenni, è molto probabile che si tratti di un virus altamente infettivo piuttosto che di una guerra. Non missili, microbi”, aveva detto precisamente Gates.

Sulla crisi del Covid la paura è massima, perché, ha detto, “le malattie respiratorie sono molto spaventose perché sei ancora su un aereo o un autobus quando sei contagioso. A differenza di altre malattie come l’ebola, dove sei per lo più in un letto d’ospedale quando la carica virale infetta altre persone”. Già nel 2015, nel famoso discorso, aveva parlato di un virus in rapida diffusione perché le persone si sentono abbastanza bene mentre sono contagiose e quindi salgono su un aereo o vanno al mercato.

Ma la realtà ha persino superato le sue ipotesi. Impegnato con la sua Fondazione, la Gates Foundation, a finanziare quei vaccini che possono essere prodotti su grande scala, con un costo basso, fra 2 e 3 dollari a dose (come AstraZeneca, Novavax, Johnson&Johnson e Sanofi), con l’obiettivo di realizzare una produzione globale, per oltre un miliardo e mezzo di dosi all’anno, il fondatore di Microsoft è convinto che la pandemia finirà, se va bene, tra dicembre e giugno 2022. Un tempo che sembra ancora lontanissimo.

Le due minacce che rischiano di colpirci

E adesso Bill Gates va anche oltre, identificando in una intervista a Derek Muller sul suo canale YouTube “Veritasium” le due minacce che potrebbero colpirci nei prossimi anni. Quali? Il cambiamento climatico e il bioterrorismo, cioè l’utilizzo intenzionale di agenti biologici in azioni quali attentati, sabotaggi, stragi o minacce.

Di fronte a questo scenario, ogni anno ci sarebbe un bilancio delle vittime ancora maggiore di quello che abbiamo avuto in questa pandemia. E riguardo al bioterrorismo, qualcuno che volesse causare danni potrebbe progettare un virus, cosa che non sarebbe così complicata.

Considerando che Gates difficilmente sbaglia tiro, sarebbe il caso di prendere in considerazione le sue parole con assoluta attenzione. E agire, subito, soprattutto sul fronte dei virus.

Come evitare la prossima pandemia

Come riportato in una recente analisi su Nature, il rapido sviluppo dei vaccini anti-Covid altamente efficaci a meno di un anno dall’emergenza della malattia è un enorme successo. Ciò è stato possibile, in parte, a causa di alcune proprietà del coronavirus SARS-CoV-2, che favoriscono la progettazione del vaccino, in particolare la proteina spike sulla superficie del virus. Che spinge il corpo a produrre anticorpi neutralizzanti protettivi (proteine che si legano ai virus e impediscono loro di infettare le cellule umane). Ma la prossima volta potremmo non essere così fortunati.

Il prossimo virus che emergerà potrebbe essere meno accomodante. Un vaccino potrebbe richiedere molto più tempo per essere prodotto. Anche la SARS-CoV-2 potrebbe diventare più problematica per i vaccini, a causa dell’emergere di nuove varianti. Per questo sono in tanti ricercatori a chiedere un approccio alternativo alla preparazione alla pandemia.

Una classe speciale di anticorpi protettivi chiamati anticorpi ampiamente neutralizzanti, detti anche pan-virus, spiegano gli scienziati, agisce contro molti ceppi diversi di virus correlati, ad esempio HIV, influenza o Coronavirus. Questi anticorpi potrebbero essere utilizzati come farmaci di prima linea per prevenire o trattare i virus in una data famiglia, compresi nuovi ceppi che non sono ancora emersi. Ancora più importante, potrebbero essere utilizzati per progettare vaccini contro molti membri di una data famiglia di virus.

Questi vaccini pan-virus potrebbero essere realizzati in anticipo e utilizzati prima che la prossima infezione diventi una pandemia. Motivo per cui sarebbe utile un investimento nella ricerca di base che porti allo stoccaggio di vaccini ampiamente efficaci. In modo da non farsi trovare, di nuovo, impreparati.

Fonte:

Coronavirus, prossimi 4-6 mesi i peggiori. Quando finirà la pandemia secondo Bill Gates

Mentre arrivano da più parti allarmi in merito a nuove pandemie che potrebbero colpirci nei prossimi anni, ancora nessuno può affermare con esattezza quando finirà l’epidemia Covid-19

Mentre arrivano da più parti allarmi in merito a nuove pandemie che potrebbero colpirci nei prossimi anni, ancora nessuno può affermare con esattezza quando finirà l’epidemia Covid-19.

Quando arriva l’immunità di gregge

Sono state tante le previsioni in questi mesi, più o meno “nere”, ma molto dipenderà dai vaccini: la velocità con cui verranno somministrati, e soprattutto la loro efficacia, ci diranno davvero quando potremo raggiungere l’immunità di gregge e dire debellata questa malattia che, nel caso italiano, ha portato il numero di morti, per la prima volta dopo il 1944, quando eravamo in guerra, alla cifra record di 700mila.

Dal punto di vista epidemiologico, una pandemia finisce quando viene raggiunta proprio l’immunità di gregge, ovvero quando la fetta della popolazione mondiale immune al contagio diventa così rilevante da evitare la trasmissione in larga scala del virus. L’obiettivo dell’immunità di gregge si può raggiungere in vari modi, uno dei quali è un vaccino efficace e distribuito in larga scala.

Come indicato nel rapporto stilato da McKinsey, è necessario che si blocchi la mortalità legata alla malattia, ma c’è un altro elemento da considerare, e che arriva prima dell’immunità di gregge, per poter parlare di ritorno alla normalità, sempre ammesso che la normalità sia ancora ciò che intendevano fino a prima della pandemia: cioè il momento in cui (quasi) tutti gli aspetti della vita economica e sociale di un Paese possono riprendere, senza il rischio di innescare di nuovo un’impennata di casi potenzialmente letali.

Va detto che le stime dicono che a livello mondiale tra i 90 milioni e i 300 milioni di individui potrebbero già essere immuni al Covid-19: questo per semplice immunità naturale, oppure per forme di “cross-immunity” legate all’esposizione nel passato ad altri Coronavirus, o per parziali immunizzazioni legate ad altri vaccini, come per esempio quello contro la tubercolosi.

Obiettivo che, nel caso del Coronavirus, si può raggiungere con la vaccinazione delle fasce più deboli della popolazione, con l’incremento di qualità e quantità dei test, con il miglioramento delle terapie farmacologiche per guarire. In Italia, l’immunità di gregge potrebbe arrivare alla fine del 2021.

I momenti peggiori della pandemia, la previsione di Bill Gates

Una nuova previsione giunge ora da Bill Gates, la cui Fondazione Bill e Melinda Gates è coinvolta nello sviluppo e nella fornitura dei vaccini Covid. Il co-fondatore di Microsoft, genio indiscusso ma detestato dai no-vax e dai complottisti di tutto il mondo per i suoi presunti “affari sporchi”, ha avvertito che i prossimi 4 o o 6 mesi potrebbero essere i peggiori della pandemia di Coronavirus.

Il Covid ha finora ucciso più di 290mila persone solo negli Stati Uniti. La previsione dell’IHME-Institute for Health Metrics and Evaluation mostra che potrebbero esserci oltre 200mila decessi in più nei prossimi mesi. Non dimentichiamo che proprio Gates nel 2015 aveva avvertito il mondo di una simile pandemia.

Nelle ultime settimane, gli Stati Uniti hanno registrato un numero record di casi, ricoveri in ospedale e morti per Covid. L’Europa corre ai ripari: Germania e Londra di nuovo in lockdown duro, Svezia fuori controllo con le terapie intensive piene al 99%. In Italia la situazione è in lento miglioramento, ma resta dolorosamente drammatico il numero di vittime.

Se seguissimo le regole, cioè indossare sempre le mascherine, mantenere il distanziamento e ridurre le relazioni sociali, potremmo evitare una grande percentuale di quelle morti, ha detto Bill Gates in una intervista alla Cnn.

Gates spiega che quando aveva fatto quella famosa previsione nel 2015, aveva parlato di un numero di morti potenzialmente più alto. Quindi, questa la sua analisi, il Coronavirus potrebbe essere più fatale di quello che è. Ma la cosa che lo ha sorpreso di più è che l’impatto economico negli Stati Uniti e in tutto il mondo sia stato molto maggiore delle previsioni che aveva fatto cinque anni fa.

L’ex presidente Usa Donald Trump ha firmato un ordine esecutivo che ha dato la priorità alla distribuzione del vaccino agli americani prima che che ad altri Paesi. “Vogliamo che l’economia mondiale vada avanti. Vogliamo ridurre al minimo le morti. Bloccare la condivisione e la cooperazione internazionale sui vaccini è stato un errore durante l’intera pandemia. Gli Stati Uniti devono aiutare tutta l’umanità” afferma Gates.

Quali vaccini finanzia Gates

Per questo è necessario aumentare la capacità di tutti i vaccini. “Ce ne saranno altri approvati nei mesi a venire la cui produzione è più facile da aumentare. Ma gli Stati Uniti hanno beneficiato del lavoro di altri Paesi e non dovremmo essere egoisti”.

La Gates Foundation è concentrata su quelli che possono essere prodotti in grande scala, con un costo basso, fra 2 e 3 dollari a dose. Questo include i vaccini di AstraZeneca-Oxford, Novavax, Johnson&Johnson e Sanofi. “Cerchiamo di vedere se funzionano, e costruiamo una capacità di produzione globale, per oltre un miliardo e mezzo di dosi all’anno”.

L’accesso farà la differenza. Secondo gli studi dalla Northeastern University, se i primi due miliardi di dosi andranno solo ai Paesi ricchi, avremo il doppio dei morti.

Quando finirà il Covid-19

Mentre annuncia che quando toccherà a lui si farà vaccinare pubblicamente, come gli ex presidenti Bill Clinton, George Bush e Barack Obama, analizza come l’epidemia sia stata “terribile” nel modo in cui ha esacerbato le disuguaglianze economiche e sociali. “È stata peggio per gli ispanici, per i neri, per i lavoratori dei servizi a basso reddito, famiglie multigenerazionali, tutti aspetti che indicano che, in termini di scelta di chi riceve il vaccino, serve equità per guidare quelle decisioni”.

“Bisogna aiutare altri Paesi a sbarazzarci di questo virus, ottenendo alti tassi di vaccinazione, altrimenti il rischio di nuove ondate ci sarà ancora”. Gates con la sua Fondazione lavora con diversi produttori nei Paesi in via di sviluppo, tipo il Serum Institute in India. Se i vaccini saranno efficaci, anche con un livello di vaccinazione del 60% sarà possibile fermare la diffusione esponenziale della malattia.

Come aveva già preannunciato, la pandemia finirà “entro 12-18 mesi”, dice: dobbiamo quindi aspettare ancora almeno 1 anno/1 anno e mezzo, secondo il padre di Microsoft, per tornare alla normalità: forse, tra dicembre e giugno 2022 sarà tutto finito.

Fonte:

Bill Gates: “Il Covid sarà sconfitto solo nel 2022”. Ecco perché

Però è ottimista sui vaccini, prevedendo che almeno tre saranno autorizzati entro la fine dell’anno, anche se per vedere la vera fine del virus dovremo aspettare il 2022.

“È increscioso che molte dichiarazioni del presidente Trump abbiano fatto percepire il vaccino contro il Covid come una questione politica”. A dirlo, in un’intervista a La Stampa è Bill Gates che boccia la risposta americana alla pandemia, disastrosa, e avverte che l’autunno minaccia di riportarci ai drammi della primavera, se non ci saranno gli interventi necessari. Però è ottimista sui vaccini, prevedendo che almeno tre saranno autorizzati entro la fine dell’anno, anche se per vedere la vera fine del virus dovremo aspettare il 2022.

“Tristemente, quest’anno parliamo degli arretramenti provocati dalla pandemia. L’impatto sulla salute è un passo indietro di 25 anni, e la povertà estrema è cresciuta del 7%. Dobbiamo fermare il virus, ma serve la collaborazione globale. Lavorare insieme per creare il vaccino, condurre i trial, produrlo, distribuirlo. L’accesso farà la differenza. Secondo gli studi dalla Northeastern University, se i primi due miliardi di dosi andranno solo ai Paesi ricchi, avremo il doppio dei morti” afferma Gates che si dice “pessimista su come sarà l’autunno nell’emisfero settentrionale. Se non avremo interventi il numero dei morti, anche negli Usa, tornerà ai livelli della primavera”.

“La notizia buona -aggiunge- è che abbiamo diversi vaccini promettenti, e potrebbero ricevere l’autorizzazione all’uso di emergenza dalla Fda o dalla Mhra entro fine anno, o certamente all’inizio del prossimo. Mi aspetto che due o tre l’avranno. Alcuni pensano prima di novembre (data delle presidenziali Usa, ndr), però non è probabile. La Pfizer è l’unica che potrebbe riuscirci, ma molti altri dovrebbero avere i dati dei test entro l’inizio dell’anno prossimo. Il primo vaccino potrebbe non essere quello definitivo, servirà altro lavoro sui secondari”.

“La Gates Foundation -riferisce ancora Bill Gates nell’intervista a La Stampa – è concentrata su quelli che possono essere prodotti in grande scala, con un costo basso, fra 2 e 3 dollari a dose. Ciò include AstraZeneca Oxford, Novavax, Johnson & Johnson e Sanofi. Cerchiamo di vedere se funzionano, e costruiamo una capacità di produzione globale, per oltre un miliardo e mezzo di dosi all’anno”.

“Lavoriamo con produttori nei Paesi in via di sviluppo, tipo il Serum Institute in India. Se saranno efficaci, anche con un livello di vaccinazione del 60% fermeremo la diffusione esponenziale della malattia. Il prossimo anno porteremo giù il numero dei morti, e nel 2022 la pandemia finirà” sottolinea.

Fonte:

In allegato i 3 articoli di BILL GATES in formato PDF scaricabili.

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SISNET INFORMATICA DI MORONI AURELIO

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